Un paio di settimane fa c’è stato il mio compleanno. Per l’occasione, con un "leggero" ritardo,
mi pare giusto tirare fuori un post un po’ personale.
Non si
tratta di nessuna riflessione sugli anni che passano, sulla mia situazione
attuale, sul tirar le somme o robe di questo genere. C’è che ho ripensato a
come mai ho scelto di usare, per questo blog, il nickname “Paoloduncan” e di
tirarne fuori una sorta di storia di come è nato. Con divagazioni ed aneddoti
vari.
Come tutte
le storie che si rispettino anche questa inizia con un “C’era una volta… (lo
so che quelle sono le favole, ma abbiate un minimo di elasticità).
… circa 12
anni e mezzo fa un ragazzino, che poi sarei io." Potrebbero non sembrare molti,
ma quando gli anni dopo quel giorno iniziano a superare la metà di quelli
complessivi passati su questo pianeta, beh potremmo iniziare a dire che era
anche “tanto tempo fa”.
Durante quell’estate
del 2002 post-medie e pre-superiori, aperta dalle visioni delle partite del
mondiale nippo-coreano e annessa disastrosa spedizione azzurra, mi trovavo
insieme ai miei genitori ed alcuni parenti in Sicilia. Dopo una sosta con breve
visita a Taormina ci mettemmo in macchina diretti verso un paese il cui nome ha
spesso provocato ilarità quando ne ho parlato con qualcuno, Niscemi. “Ridente” centro abitato in provincia di Caltanissetta, che dall’alto della
collina ove è ubicato regala un panorama del mare in lontananza, di Gela e
della sua raffineria.
Di quel
viaggio ci sono alcune piccolezze che mi ricordo particolarmente: il cartello “Capitale
del carciofo” all’ingresso del paese, la strada sulla collina il cui fianco era
ricoperto di rifiuti (“Ma sto posto è costruito sulla spazzatura?”), alcuni
anziani niscemesi seduti sulla loro sedia al bordo della strada che davano
l’idea del tipico vecchio siciliano alla “niente sacciu”, mentre si chiudevano
le finestre delle case al nostro arrivo (!). E poi il paesaggio lungo la strada
per arrivare fin lì… sembrava di essere nel mezzo di un western, la nostra
macchina su questa lunga strada nel mezzo del nulla, sotto il sole che spaccava
le pietre e ad un certo punto anche quegli arbusti che rotolano portati dal
vento a passarci di fianco. Che li avevo visti solo nei film quegli affari lì,
i tumbleweed.
Ma arriviamo
finalmente a noi, all’evento scatenante, quando durante il viaggio di ritorno
da Niscemi in direzione Calabria ci fermiamo ad una stazione di servizio,
sempre nel mezzo del nulla.